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Rumore bianco per i neonati… è davvero utile?

La difficoltà ad addormentarsi, il pianto in risposta all’adattamento ai rumori o al dolore sono situazioni del tutto normali, in particolare nei neonati e nei bambini sotto i 2 anni di età. Tra le pratiche in grado di rilassare e calmare i neonati, oltre all’amorevole abbraccio della mamma o del papà, è molto diffuso l’utilizzo dei rumori bianchi.

Il suono di un torrente che scorre placido, il rumore costante del vento, un battito cardiaco che procede con la stessa frequenza… Quelli appena descritti sono “rumori bianchi”, ovvero suoni spesso utilizzati per far addormentare i neonati e i bambini molto piccoli. Numerose ricerche evidenziano il loro effetto positivo in particolare sull’organismo dei nati pretermine, con un effetto definito “neuroprotettivo”.

rumori bianchi per il neonato hanno un effetto calmante, ma non si sostituiscono alle cure prossimali del genitore. Cullare il bambino, far sentire la propria voce e la propria vicinanza, continuano ad essere tra le migliori soluzioni per rilassare il neonato o il lattante e possono, nel caso lo si voglia, essere unite all’uso dei rumori bianchi nella cura del piccolo.

Cosa sono esattamente? Si tratta di suoni ripetitivi che comprendono tutto lo spettro delle frequenze udibili all’orecchio umano e con un’ampiezza costante. Possono essere suoni artificiali (phon, lavatrice, cappa della cucina…) o anche naturali (il rumore della pioggia che cade o quello delle onde del mare). I rumori bianchi sui neonati hanno un’azione calmante, riescono perciò a conciliare il sonno nei più piccoli, soprattutto se combinati con una coccola della mamma o del papà.

L’effetto calmante dei rumori bianchi è anche dato dal fatto che, in molti casi, si tratta di suoni che il neonato già conosce, poiché ha avuto modo di udirli mentre era nell’utero. Il senso dell’udito nel feto, infatti, si sviluppa presto – intorno alla 24^ settimana – e quindi le emissioni sonore esterne, inclusa la voce dei genitori, vengono percepite e riconosciute dal piccolo.

Questi suoni si sincronizzano bene con la bassa frequenza delle onde cerebrali tipiche del sonno profondo. Ma non bisogna esagerare, né per quanto riguarda il volume, né per la durata dell’esposizione. Inoltre bisogna collocare il dispositivo a una certa distanza dal bambino (mai nella culla) e spegnerlo appena il bambino si è addormentato, altrimenti c’è il rischio che diventi un fastidio e interferisca con la qualità del sonno del bambino.

Il sonno, possiamo dire, è l’attività principale di un neonato, insieme all’alimentazioneUn neonato, e un bambino di 2 anni, arrivano a dormire fino a 11, 12 ore al giorno. Sono ore che richiedono la giusta qualità.